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02 Dic 2023

Convegno: Nicola Antonio Manfroce e il Decennio francese a Napoli

Convegno di studi, in collaborazione con il Conservatorio di Musica di Vibo Valentia

02 dicembre 2023 Esporta il calendario

Palmi: Auditorium della Casa della Cultura

Via Felice Battaglia
Palmi, 89015 Italia

Phone 0966-411080

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Scheda

2 dicembre 2023 @ 17:30 - 19:30

Organizzatori

Amici della Musica Manfroce APS, Conservatorio di Musica di Vibo Valentia

Convegno di studi

Nicola Antonio Manfroce e il Decennio francese a Napoli (1806-1815)

in collaborazione con il Conservatorio «Fausto Torrefranca» di Vibo Valentia

Comitato scientifico e organizzativo:
Antonio Gargano, Domenico Giannetta e Maria Grande

Link per seguire il convegno in streaming: https://www.youtube.com/watch?v=EdUKp4nqgYE

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Programma dei lavori:

Moderatore: Maria Grande

Antonio Buttiglione
La storia e il potere tra celebrazione e contestazione. Immagini e narrazioni alternative del passato nel Regno di Napoli del Decennio francese

Domenico Giannetta
«A quel sen che l’ha nutrita»: la produzione operistica di Nicola Antonio Manfroce

Chiara Macrì
La scuola pianistica napoletana nel Decennio francese

Marco Pollaci
«Avvegnaché natura avesse fatto Manfroce degno di grandissime cose». Tradizione didattica napoletana e prassi compositiva nella produzione musicale di Nicola Manfroce

Gianluca Corrado
Polissena ed Ecuba tra tragedia e opera in musica: evoluzione tra generi e l’emergere del protagonismo femminile nel melodramma

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Oggetto del Convegno:

Negli anni 1806–1815 Napoli è la capitale di un regno controllato dai francesi, guidato prima da Giuseppe Bonaparte e poi da Gioacchino Murat. In questo periodo vengono prese importanti decisioni per riformare la vita musicale cittadina, dalla riunificazione dei preesistenti e storici Conservatori nel nuovo Real Collegio di Musica, alla conseguente riforma dell’impostazione didattica del nuovo istituto (sul modello di quella sperimentata nel neonato Conservatorio parigino), fino all’assegnazione della gestione dei Teatri Reali al celebre impresario milanese Domenico Barbaja. La nuova classe dirigente, inoltre, favorisce l’influsso di modelli francesi nella produzione musicale del tempo, che si traduce nella messa in scena di lavori operistici precedentemente rappresentati a Parigi, talvolta opportunamente adattati per venire incontro alle abitudini consolidate del pubblico napoletano. In questo contesto si inserisce la breve ma intensa parabola artistica di Nicola Antonio Manfroce (Palmi, 1791 – Napoli, 1813), il più dotato fra gli allievi della scuola musicale napoletana venuti alla luce nel primo decennio del XIX secolo, prontamente individuato e valorizzato da Barbaja già nel 1809 (quando il nostro aveva da poco compiuto 18 anni) con il primo incarico prestigioso. Dopo una proficua esperienza romana, utile a consolidare il proprio talento, Manfroce viene investito del compito di realizzare una sorta di sintesi fra le due culture musicali, quella autoctona e quella importata dalla classe regnante: da questo esperimento nascerà “Ecuba” (1812), opera che rappresenta in qualche modo il manifesto artistico-culturale di questa breve ma intensa stagione della vita musicale napoletana nota come “Decennio francese”.

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Curricula dei relatori:

Antonio Buttiglione

Nasce a Cosenza nel 1988 e consegue la laurea triennale nel 2010, quella magistrale nel 2014 presso l’Unical col massimo dei voti e la lode, e il dottorato di ricerca nel 2018 presso l’Università della Tuscia col giudizio di “ottimo”. Ha conseguito borse di ricerca presso l’IISS di Napoli nel 2013, nel  2018 e nel 2019, e presso l’Università di Pisa nel 2021. Ha svolto attività di ricerca e professionale presso l’Unical, presso la School of Humanities della University of Glasgow, l’Université de Neuchâtel, e il Politecnico di Milano. E’ socio Socio della Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea (Sissco), della Società Napoletana di Storia Patria, della Société d’Histoire de la Révolution de 1848 et des Révolutions du XIXe Siècle, e della Società Italiana di Storia Ambientale. La casa editrice il Mulino ha pubblicato nel 2022 il volume Provincia “ribelle”. Radicali, movimenti popolari e beni comuni nelle Calabrie (1820-1848). Un suo articolo “L’apparenza di una brillantissima festa”. Monarchia e territori nei viaggi del re delle Due Sicilie Ferdinando II nelle Calabrie del 1833 e 1852, è apparso in «Storia Urbana», e un altro “1848: Sfera pubblica, movimenti popolari e borghesia radicale nelle Calabrie in rivoluzione”, in «Società e Storia». Ha curato, nel 2020, la voce “Sansone Valobra”, nel Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 98 (2020), Istituto dell’Enciclopedia Italiana, Roma 2020. E’ stato relatore in numerosi convegni in Italia e all’estero. Attualmente è membro del comitato scientifico dell’unità di ricerca Monarchia borbonica, controrivoluzione e brigantaggio politico nel Mezzogiorno (1799-1870) dell’Università di Salerno, nell’ambito del progetto Prin 2017 WLPTRL Il brigantaggio rivisitato. Narrazioni, pratiche e usi politici nella storia dell’Italia moderna e contemporanea, responsabile Prof. Carmine Pinto e cultore della materia in Storia Moderna presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università della Calabria. Dal 01/01/2023 è docente a contratto di Storia contemporanea presso l’Università della Calabria.

Domenico Giannetta

Compositore e musicologo, ha studiato presso il Conservatorio di Musica di Reggio Calabria (si è diplomato in Composizione, Pianoforte, e al Biennio in Discipline musicali) e presso l’Università di Bologna (Laurea in DAMS). È titolare della cattedra di Teoria dell’armonia e analisi presso il Conservatorio di Musica di Vibo Valentia, presso il quale ricopre anche l’incarico di Coordinatore del Dipartimento di Teoria e analisi, composizione e direzione. Come compositore i suoi lavori sono stati eseguiti in Italia e all’estero da affermati interpreti (dal Quintetto Bibiena al duo Manara-Voghera, da Emanuele Arciuli a Mario Stefano Pietrodarchi, dalla Camerata Europæa di Berlino alla Amadeus Chamber Orchestra of Polish Radio…) e sono stati ospitati in contesti prestigiosi quali il Festival Antidogma Musica di Torino e il Festival dei due Mondi di Spoleto. La sua opera “Maria Olivares”, commissionata dal Teatro Alfonso Rendano di Cosenza, è stata eseguita in forma di concerto nel 2009 in occasione del Centenario del teatro cosentino. Negli ultimi anni si è interessato principalmente di teoria e analisi musicale: ha pubblicato con la LIM (Libreria Musicale Italiana) i volumi “I Nocturnes di Claude Debussy: uno studio analitico” (2007) e “Tecniche per l’analisi della musica post-tonale” (2023), ed è inoltre autore di testi dedicati alla didattica dell’armonia e dell’analisi, e di diversi contributi ospitati in riviste del settore e in volumi miscellanei, oltre ad aver partecipato come relatore a numerosi convegni di studi nazionali e internazionali. Come studioso, i suoi principali campi di interesse sono le relazioni fra modalità e tonalità, la teoria e didattica dell’armonia, la teoria delle forme classiche e l’analisi della musica post-tonale. A partire dal 2013 ha cominciato ad interessarsi alla figura artistica di Nicola Antonio Manfroce, occupandosi della trascrizione e revisione del manoscritto della sua opera “Ecuba” (1812). Nel 2017 ha dato vita alla collana editoriale “Nicola Antonio Manfroce – Le Opere”, nata in seno alle Edizioni del Conservatorio di Musica Fausto Torrefranca, di cui è Direttore editoriale: la collana, che conta attualmente sei volumi, si pone l’obiettivo di pubblicare in edizione moderna i manoscritti del compositore rendendo finalmente fruibili ed eseguibili le sue composizioni. Un primo significativo riscontro di questa iniziativa si è avuto nel 2019, quando il Festival della Valle d’Itria ha allestito a Martina Franca una rappresentazione di “Ecuba” che è stata trasmessa in diretta radiofonica su Rai RadioTre, sul circuito EuroRadio, e in differita televisiva sul canale Rai5.

Chiara Macrì

Pianista e musicologa, è stata contrattista presso il DAMS dell’Università di Bologna e dell’Unical. Ha collaborato con il Teatro Comunale di Bologna e con le Facoltà di Medicina e Chirurgia di Bologna e di Milano, rappresentando quest’ultima, nel 2003, al Congresso della Società Italiana di Anatomia e al Workshop internazionale di Münster, Germania. Interessata alla didattica musicale, dopo aver frequentato i seminari di Giovanni Piazza secondo la metodologia dell’Orff-Schülwerk, si è dedicata alla didattica dell’ascolto, seguendo gli insegnamenti di Giuseppina La Face Bianconi, sua relatrice della tesi di laurea. È stata docente di numerosi PON, POR e di Corsi Nazionali di Formazione riconosciuti dal MIUR. Insegna Storia della Musica per Didattica presso il Conservatorio di musica di Vibo Valentia, ed è direttore della Biblioteca dell’A.M.A. Calabria. Dottore di Ricerca in Musicologia e Beni musicali presso l’Università di Bologna con uno studio inerente il rapporto tra gesto, suono e meccanica del pianoforte pubblicato online su damsdottorato.cib.unibo.it/981/, è coautrice di diversi articoli per riviste internazionali. Nel 2008 è uscita la sua monografia “I grandi Maestri di pianoforte del Sette-Ottocento” (A.M.A. Calabria). Nel 2013 ha pubblicato “Sebastiano Guzzi” (Edizioni Musicali Wicky), mentre nel 2021 ha curato insieme a Giancarlo Rostirolla la pubblicazione degli “Scritti di musicologia critica ed estetica” di Fausto Torrefranca (Edizioni del Conservatorio di Musica Fausto Torrefranca).

Marco Pollaci

Dopo gli studi in pianoforte, composizione  e canto lirico, ha conseguito la laurea in Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo, ad indirizzo musicologico, presso l’Universitá di Roma Tor Vergata. Dopo aver vinto la borsa di studio “Henry Thomas Mitchell Postgraduate Singing Scholarship” ed aver collaborato come docente presso il Music Department della Nottingham University, conclude il dottorato di ricerca presso la Nottingham University con il prof. Nicholas Baragwanath. Ha collaborato con la BBC Radio 3 e altri programmi radiofonici dove ha discusso delle sue ricerche di storia della musica e della prassi compositiva del Settecento e dell’Ottocento. Nel 2020 è stato vincitore del Research Project Grant presso il Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali dell’Università di Pavia. Ha pubblicato contributi sull’opera italiana, sul partimento nell’Ottocento e sulle fonti relative alla tradizione didattica del Settecento e dell’Ottocento. I suoi   ambiti di ricerca riguardano la storia della musica, la storia della teoria musicale del diciottesimo e del diciannovesimo secolo, l’analisi musicale, lo studio della didattica e della prassi compositiva italiana. Ha lavorato come docente di Storia della Musica e di altre discipline musicologiche  alla Nottingham University e alla National University of Ireland Maynooth; attualmente insegna Storia della Musica presso il Conservatorio Fausto Torrefranca di Vibo Valentia.

Gianluca Corrado

Nato a Reggio Calabria il 17 gennaio 1997, consegue dapprima la maturità classica presso il Liceo classico “T. Campanella”, poi la laurea triennale in Lettere classiche (L-10) presso l’Università degli studi di Messina con una tesi di laurea in filologia greca intitolata “L’Esichio di Schleusner”, discussa con il prof. Claudio Meliadò e con votazione di 110/110 e Lode. In seguito, consegue la laurea magistrale in Filologia e storia dell’antichità (LM-15) presso l’Università di Pisa con una tesi di laurea magistrale sull’Ecuba di Manfroce, intitolata: “L’Ecuba di Manfroce: Polissena e la ‘ragion di stato’ nella Napoli murattiana”, discussa con il prof. Alessandro Grilli, nuovamente con votazione di 110/110 e lode. Con la sua tesi, Corrado intraprende il primo studio sistematico dell’opera di Manfroce con le lenti della filologia e della storia della tradizione classica, e delle due versioni (francese e italiana) del libretto di quest’opera. Attualmente docente precario di lettere presso la scuola secondaria di I grado, collabora come redattore freelance dal 2015 con le testate online StrettoWeb e MeteoWeb; ha inoltre svolto attività nel sociale di rappresentanza studentesca in ambito scolastico e universitario (a Reggio Calabria e Pisa). Ha infine cantato e canta come baritono e basso in diversi cori polifonici tra Calabria e Toscana, fra i quali il coro “San Paolo” di Reggio Calabria, il coro dell’università di Pisa e il coro “V. Galilei” della Scuola Normale Superiore di Pisa.