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04 Mar 2018

Duo Mezzena – Giavazzi

Franco Mezzena, violino
Stefano Giavazzi, pianoforte

Scheda

4 marzo 2018 @ 18:00 - 20:00

Organizzatori

Amici della Musica Manfroce APS, A.M.A. Calabria

In attesa della conclusione dei lavori di manutenzione del Teatro Argo, il concerto si terrà presso l’Auditorium del Liceo Scientifico ‘Piria’ di Rosarno, in via Amedeo Modigliani, cortesemente concesso dalla Preside Prof.a Russo.

Programma

Ludwig van Beethoven (1770-1827)

Sonata op. 30 n. 2 in do minore
Allegro con brio
Adagio cantabile
Scherzo: Allegro
Finale: Allegro

Ernst Bloch (1880-1959)         

Baal shem (Three Pictures of Chassidic Life)
Vidui – Nigun – Simchas Torah

Maurice Ravel (1875-1937)

Sonata
Allegretto
Blues
Perpetuum mobile

Beethoven 1770-1827) compose la Sonata op. 30 n. 2 nel 1802, quando ormai la sordità cominciava ad affliggerlo nel modo più grave. Le Sonate dell’op. 30 furono pubblicate a Vienna nel maggio-giugno del 1803 con la dedica allo zar Alessandro I di Russia, a cui furono trasmesse per il tramite dell’ambasciatore conte Rasumowskij. Lo zar non parve apprezzare il gesto e solo dopo dieci anni, e su sollecitazione della zarina Elisabetta, fece consegnare al compositore cento ducati ed un anello. L’opera già presenta i tormenti dell’animo che il primo romanticismo cominciava a far affiorare e fin dal primo movimento Allegro con brio un tema intenso e misterioso viene via via elaborato con contrasti di sentimenti. Il successivo Adagio cantabile presenta un motivo disteso che sembra placare il tormento del primo movimento con un lungo canto sereno che si svolge dolcemente. Beethoven, ormai anziano, dichiarò di non amare più lo Scherzo fino a pensare di eliminarlo. Fortunatamente non arrivò a tanto, per cui ci resta questo delizioso movimento pieno di verve spiritosa. L’Allegro finale presenta due temi, uno dal carattere ritmico e l’altro melodico che si alternano con un incalzante alternarsi fino ad un finale brillante e trascinante.

Pur essendo svizzero, Bloch (1880-1959) fu affascinato dalla tradizione ebraica e compose il Baal shem nel 1923 quando ricevette la cittadinanza americana. La traduzione del titolo è” Maestro del nome” e si riferisce alla tradizionale abitudine degli ebrei cabalisti di evocare il nome di Dio per effettuare esorcismi, guarigioni e miracoli. La prima parte, Vidui, è una sorta di nobile canto che narra del fervore di un peccatore che ritorna a Dio; il successivo Niguin esprime un sentimento di estatico e gioioso canto religioso che arriva a grande intensità per spegnersi infine dolcemente; l’ultimo Simchas Torah richiama il momento in cui Mosè tramanda il verbo ai figli di Israele.

Maurice Ravel (1875-1937) riuscì a terminare la sua Sonata nel 1927, dopo tre anni di lunga e dolora gestazione, punteggiati dalle frequenti crisi depressive che torturavano il suo spirito. Fu l’autore stesso con Enescu al violino ad eseguire la partitura per la prima volta il 30 di maggio alla Salle Erard di Parigi. L’ampio Allegretto iniziale con la sua atmosfera levigata lascia dialogare gli strumenti in piena armonia gonfia di suggestioni agresti. Lo stesso compositore contestò vivamente i presunti richiami jazzistici che pur punteggiano il suo Blues che con i suoi ritmi sincopati su cui si dipana una melodia malinconica sembra contestarlo vivamente. Il Perpetuum mobile finale si snoda velocissimo e travolgente, con citazioni jazzistiche del pianoforte che accompagna verso il finale parossistico.

I protagonisti

Franco Mezzena, nato a Trento ha studiato con Salvatore Accardo. La sua attività come solista e in varie formazioni da camera, lo vede presente nei più importanti teatri e ospite nei principali festivals di tutta Europa, Giappone, Stati Uniti, Centro e Sud America. Recentemente ha ottenuto uno strepitoso successo alla Carnegie Hall di New York interpretando il Concerto Op. 64 di Mendelssohn. Ha suonato con celebri artisti quali Salvatore Accardo, Bruno Canino, Rocco Filippini, Bruno Giuranna, Ha registrato più di 60 CD e in prima mondiale, per l’etichetta Dynamic, l’integrale dei 29 Concerti per violino e orchestra di G. B. Viotti e numerosi inediti paganiniani. Ha inciso per Wide Classique l’integrale delle composizioni per piano e violino di Beethoven con Stefano Giavazzi. E’ stato docente di Violino nei Conservatori di Trento, Pescara e Bari. E’ Direttore e fondatore dell’Accademia Mezzogiorno Musicale a Taranto, dove ha fondato l’Orchestra da camera d cui è solista e direttore principale.iotti i. Tiene numerosi corsi di perfezionamento in Italia e all’estero. Suona su un violino di Antonio Stradivari del 1695 e su strumenti costruiti dal liutaio Giuseppe Leone. Ha vinto il Premio Napoli Cultural Classic (XV edizione) alle Eccellenze 2015, per la sezione Musica.

Stefano Giavazzi, pianista mantovano, ha compiuto gli studi musicali presso il Conservatorio di Musica di Mantova diplomandosi con il massimo dei voti e la lode.  Si è perfezionato con G. Sandor, J.Achucarro, B. Bloch, M.Damerini, S. Perticaroli, e con Norbert Brainin e il Trio di Trieste per la musica da camera. Ha ottenuto numerosi premi in concorsi pianistici. Si è esibito per numerose associazioni musicali in Italia e all’estero. Ha suonato con varie orchestre tra cui l’Orchestra da Camera di Mantova, l’Orchestra di Cagliari, la Filarmonica di Genova, Ha inciso il quintetto per pianoforte ed archi di Brahms, un CD con musiche inedite di Lucio Campiani, un CD per la Bottega Discantica registrato al Teatro Bibiena con il violinista Paolo Ghidoni, i Concerti n° 3 e n° 4 per pianoforte e orchestra di W. A. Mozart, le Quattro Stagioni di Astor Piazzola. Insegna presso il Conservatorio di Musica di Mantova. Fin dalla sua fondazione nel 1995 è direttore artistico della Società della Musica di Mantova.

 

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